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Eventi

Sguardi riflessi
Esposizione fotografica di Alessandro Natalizia
a cura di Valentina Valente


Il manichino esiste per il suo set. Esiste per la vetrina in cui è posizionato e per gli abiti che indossa. Esiste per vestire e per vendere, per essere al centro di uno sguardo di cui non è il centro d'interesse.
Il manichino è chiuso in una vetrina, fruibile da una quarta parete di vetro che si ammira dall'esterno, fermi o di passaggio, ma in un set determinato dal gusto del vetrinista e lo stile del negozio. Un set in cui tuttavia non è il manichino, ma l'abito a fare da protagonista.
Negli scatti di Alessandro Natalizia il manichino assume invece un ruolo centrale, si trova proiettato nella città attraverso il riflesso, attraverso la luce e il paesaggio esterno.
Lo sguardo del fotografo, la selezione di una messa a fuoco e di una profondità di campo disegnano diversi percorsi dello sguardo che conducono l'interesse altrove, ma rimanendo sempre imperniato sul manichino, figura costante in tutti gli scatti.
Questa esposizione è il risultato di passeggiate mattutine del fotografo, quando ancora il manichino non è oggetto di sguardi dei passanti. Quando le vie della città sono semivuote  e lo sguardo è più vago e libero, meno propenso dunque ad assecondare i flussi umani e i bisogni indotti che le vetrine normalmente producono.

Gli scatti di Alessandro Natalizia determinano la visione della città di Roma da un punto di vista ambiguo, attraverso il quale il gusto per il mosso e l'indefinito che sono propri di questo autore si determinano, in questo caso specifico, attraverso l'uso delle immagini riflesse. Una mise en abime dello sguardo del fotografo che attraverso il vetro vede una città che assume un diverso significante se accompagnata dallo sguardo/non sguardo dei manichini.

 
 
 
 
 
 

Comunicato stampa


L’esposizione fotografica “Dietro le quinte” è composta di 15 scatti della giovane fotografa romana Chiara Vittorini. Si tratta di un progetto fotografico che si sviluppa a partire da persone ed ambienti immersi in un'atmosfera sospesa, domestica ma non quotidiana, per indagarne l’ordinaria inquietante solitudine. I personaggi ritratti, isolati nei/dai loro ambienti, soli e finalmente liberi da sguardi estranei, sembrano vivere la realtà domestica che li circonda in una ambiguità di fondo (essa infatti è allo stesso tempo intimità e protezione - ma anche costrizione o limite) che prima ancora che nelle immagini è senza dubbio presente nella vita – la loro, la nostra.    L'inquadratura serrata, l'assenza di vie di fuga, i tagli netti del campo, costringono l'ambiente, il personaggio. Attimi intimi e solo apparentemente inutili della vita individuale acquistano valore da un isolamento e da una riflessione cui non è chiaro se seguirà il ripiegamento entro sé stessi oppure la tensione verso l’esterno. L’obiettivo si sofferma su un momento ancora irrisolto, sospeso, non ancora decifrato, in cui il futuro del personaggio si sta formando e lo spettatore è chiamato a violarne l’intimità  ad interromperne l’isolamento e ad innescare le possibilità espressive dell'opera che coincidono con le multiple realtà prospettiche contenute nell’immagine e nella situazione che può averla creata.    L’essenza di queste immagini è quindi un’intimità sospesa tra segnali di armonia e di serenità ed un presentimento di una variazione non ancora definita, ma di cui si presagisce l’arrivo e che, nella sua indeterminatezza, colora di sottile angoscia gli esseri umani - quelli ritratti così come ciascuno di noi.

Breve biografia dell’autrice

Chiara Vittorini è nata a Roma nel 1992 ed è laureata in Fotografia presso l’Istituto Europeo di Design (IED) di Roma. Sue foto sono state pubblicate sul sito dell’International Photography Contest 2009 del National Geographic Italia e sul catalogo del Concorso di Arti Visive “Voci della Periferia” organizzato nel 2011 dal Comune di Roma. Nel settembre 2012 ha esposto “Out of my mind” a Nottingham (UK) nell’àmbito del World Event Young Artists (WEYA) promosso dalla Biennale des Jeunes créateurs de l’Europe  et de la Méditerranée.  Nel marzo 2013 ha esposto “Rinascita” a Firenze nell’àmbito dello Young Artist Award GAT Talent. Alcune delle foto facenti parte del progetto “Dietro le quinte” sono state pubblicate su Repubblica.it nel luglio 2014.

Info

Location: Galleria Esedra, via Torino 95, Roma (piazza della Repubblica) - presso Foto Express di Alessandro Natalizia.
Vernissage: Sabato 25 ottobre, h 16:00
Giorni e orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 19:30 – sabato dalle 10:00 alle 14:00.
Contatti: tel 3331782107 oppure c.vittorini@hotmail.com
Website: chiaravittorini.altervista.org

UNAFRAID IMAGES / IMMAGINI SENZA PAURA
Pictures of Gay Prides / Fotografie del Gay Pride
Esposizione fotografica di Alessandro Natalizia e Luciana Paris


A cura di Valentina Valente


What good are social norms, really? I think all they do is project a limited and harmful image of people. It thus impedes a broader social acceptance of what someone, or a group of people, might actually be like.
A che servono le norme sociali, davvero? Penso tutto ciò che portano sia un progetto di immagine limitata e dannosa delle persone. Si impedisce così una più ampia accettazione sociale di ciò che qualcuno, o un gruppo di persone, potrebbe in realtà essere.


L'immagine delle persone a cui allude la giovane autrice Jess C Scott in questa citazione è un'immagine costruita e rassicurante, conforme a quello che universalmente piace ed è accettato. Dunque di tutte le immagini dell'uomo nella propria vita quotidiana prevale una visione statica e conforme della felicità e dell'erotismo, principalmente veicolata da pubblicità che mostrano ritratti di famiglie felici e di un erotismo spesso standardizzato. L'alter-ego di questo tipo di immagini è una visione profonda, esplorativa e cangiante, che spesso per la sua natura non conforme risulta poco rassicurante, al limite con la provocazione.

L'identità sessuale, in particolare se si tratta di quella omosessuale, bisessuale o transgender, è un tema delicato che si tende ad inscrivere a ciò che è “diverso” dall'immagine conforme di noi stessi. Il Gay Pride è una manifestazione che assomiglia più a una festa, in cui viene dato libero spazio all'espressione pubblica dell'identità sessuale di tutti, a prescindere dall'orgoglio gay, che è solo una delle tante anime di questo evento.

Gli scatti esposti catturano il corpo umano in un momento di rivendicazione della propria sessualità e della propria ricerca dell'amore, con uno sguardo di desiderio e di condivisione. In questa esposizione troviamo un vortice di identità, di corpi e di immagini coraggiose che affermano e definiscono due stili. Le fotografie di Alessandro Natalizia e Luciana Paris provengono infatti da due identità profondamente diverse, ma altrettanto connotate e radicali: da una parte colore e dall'altra bianco e nero, figure dai contorni netti e contrastati da un lato e immagini che catturano le linee del movimento in un vortice di colori saturi dall'altro.

Gli scatti di Alessandro Natalizia sono dentro il Gay Pride, fra il movimento dei balli e attimi in cui la macchina si ferma per mettere a fuoco solo le labbra o le unghie su cui l'occhio del fotografo ha esitato per un istante. Il mosso è una nota stilistica di questo fotografo che nello scatto fotografico aspira a tracciare i movimenti, in questo caso attraverso la forza del colore. La traccia fotografica dunque diventa impronta del tempo che cerca una durata e un divenire all'interno dell'inquadratura.

Gli scatti di Luciana Paris sono un reportage su un evento del nuovo millennio, che si osserva anche e soprattutto attraverso le immagini fotografiche e videografiche digitali che catturiamo e conserviamo, il tutto per un curioso paradosso scattato dalla fotografa in bianco e nero analogico. Al contrario di Alessandro Natalizia, Luciana Paris si pone a tal punto all'esterno della manifestazione che la osserva dalle immagini altrui, quelle che stanno dentro l'evento. La fotografa si libera dal flusso dell'evento per documentarlo con uno sguardo fatto di temi essenziali, come il suo bianco e nero.

L'occhio di una donna e di un uomo, dunque, connotati da due modi di essere, di sentire e di fotografare il corpo umano, che si uniscono in una esposizione di immagini e corpi che non hanno paura di essere e desiderare.

Gli scatti fotografici dei due autori saranno in esposizione presso  Foto Express s.a.s. di Alessandro Natalizia, via Torino 95 (Galleria Esedra) 00184 Roma (RM) dal 12 aprile al 4 maggio 2013. Orari: Lunedì-Venerdì h. 9:00-19:30 Sabato h.10:00-14:00

Vernissage venerdì 12 aprile h. 18
Le fotografie sono in vendita con o senza cornice.Per informazioni sull'esposizione e sulla vendita delle opere contattare la curatrice


Esposizione
"perturbAzioni"
di Alessandro Natalizia


perturbAzioni
un film di Valentina Confuorto e Valentina Valente per MM51 di Mauricio Kagel
perturbAzioni di Valentina Confuorto e Valentina Valente per il brano MM51 di Mauricio Kagel (1931‐2008) è un esperimento unico di produzione di un “film per musica” che esalta la poetica antinarrativa/anticinematografica del grande compositore argentino. Non una vera storia ambientata in ben circoscritti scenari, ma una galleria fotografica di oggetti e personaggi che le due autrici hanno inventato per rappresentare, in un rutilante caleidoscopio, le ansie, le angosce, le paure e i fantasmi di ognuno di noi e che ‐ per usare le parole di Mauricio Kagel – ambisce ad “articolare le domande che tutti si pongono, non a dare risposte”.perturbAzioni di Valentina Confuorto e Valentina Valente per il brano MM51 di Mauricio Kagel (1931‐2008) è un esperimento unico di produzione di un “film per musica” che esalta la poetica antinarrativa/​anticinematografica del grande compositore argentino. Non una vera storia ambientata in ben circoscritti scenari, ma una galleria fotografica di oggetti e personaggi che le due autrici hanno inventato per rappresentare, in un rutilante caleidoscopio, le ansie, le angosce, le paure e i fantasmi di ognuno di noi e che ‐ per usare le parole di Mauricio Kagel – ambisce ad “articolare le domande che tutti si pongono, non a dare risposte”.

Backstage di perturbAzioni - fotografie di Alessandro Natalizia


Al video di perturbAzioni si affianca l'interessante lavoro interpretativo del fotografo Alessandro Natalizia, che con i colori e le linee dei suoi scatti dona un taglio più fisico ed una diversa lettura di personaggi concepiti come fantasmi. In alcuni scatti le figure ritratte dal fotografo romano, sembrano ricordare gli aspetti più intimistici e meno universalistici della donna/le donne ritratte. Lo stile di Alessandro Natalizia è connotato da un forte uso del mosso e dei colori saturi, che quasi per un gioco interpretativo si pone in contrasto con la staticità ed il bianco e nero del film. Personaggi fisici più che metafisici, in cui la temporalità della fotografia consente quel respiro che il ritmo del film mira volutamente a strozzare.


La mostra si svolge dal 31 marzo al 5 maggio 2012
presso Foto Express di Alessandro Natalizia
via Torino 95 (Galleria Esedra) a Roma

 
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